Una problematica molto ricorrente per le aziende ed organizzazioni con una presenza internazionale è come disporre i siti multilingua nei domini internet. Vale a dire, si possono mettere tutti i siti su di un dominio .com o .org, magari usufruendo di cartelle sul server web per dividere ogni lingua? È questa una soluzione accettabile per i clienti attuali e potenziali? Ci saranno problemi con il posizionamento nei motori di ricerca?
Dopo avere affrontato la questione in vari progetti SEO, ho deciso di condividere alcune delle problematiche che si dovrebbero affrontare per scegliere la strada giusta.
Partiamo con i motori di ricerca – ma pensiamo ai visitatori
I siti web esistono per comunicare con un pubblico variegato – clienti attuali, clienti potenziali, dipendenti, investitori, fornitori ecc. Nella loro progettazione, è fondamentale non perdere di vista il pubblico al quale si rivolge il sito. Ma è altamente determinante pensare anche al farsi trovare in rete, Google in primis.
Un sito web non ben indicizzato è come un negozio su di una via senza uscita – magari molto bello, ma non passa e non entra nessuno.
Quali sono i fattori da prendere in considerazione per i motori di ricerca e per i visitatori? Cominciamo con la strategia SEO per un dominio o più domini. Nell’articolo “strategie SEO per la scelta dei domini e la localizzazione di siti web“, rifletto sugli approcci più comuni con un accenno alle trappole da evitare. Per coloro che non temono il marketing tecnico, posso consigliare anche la lettura di un articolo correlato: come i motori di ricerca rilevano la lingua dei documenti HTML. E se questo non bastasse, si potrebbe concludere anche con la lettura di “caratteri accentati e simboli nei documenti html: considerazioni per il posizionamento nei motori di ricerca, utilizzabilità e feed xml“. Il messaggio sintetico di questi documenti è semplice: tranquilli, relax. Per fortuna, più spesso che mai le esigenze dei motori di ricerca e quelle degli utenti coincidono.
Cosa si aspettano i visitatori da un sito internazionale?
Steve Krug già nel titolo del suo libro “” (Non farmi pensare) ci dà la risposta giusta: noi dobbiamo rendere trasparente l’esperienza di navigazione per gli utenti. Un visitatore italiano che fa una ricerca per , dovrebbe trovare una pagina della Fiat che evidenzia la nuova “500″, rigorosamente in lingua italiana. Arrivando alla pagina, il visitatore non dovrebbe cambiare la lingua dalla pagina o altro.
Spero che gli articoli siano utili al tuo lavoro. Buona lettura!
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Andrea // Jun 18, 2011 at 2.06.48
Nonostante io la veda come te ho avuto spesso insegnando a persone straniere che vivono in Italia e che conoscono comunque non benissimo l’Italiano un parere diverso.
Queste persone conoscendo alcuni vocaboli italiani che non hanno un corrispettivo nella propria lingua cercano la parola in italiano e si aspettano poi di trovare una “bandierina” (diciamo) con la propria lingua per comprendere meglio il testo.
La cosa mi ha alquanto preso di sprovvista la prima volta, ma è stato interessante considerare anche questo scenario che io non avrei mai nemmeno lontanamente ipotizzato.