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Google lancia Google Base, una base dati reperibile online. Per i piccoli annunci?

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Già padrone nell’acquisizione e nella gestione di dati prevalentemente non strutturati¹,, tipo le pagine web o i documenti provenienti da programmi di elaborazione testi, Google sta ora entrando anche nel trattamento dei dati strutturati.

La Google Base, attualmente disponibile solo in Inglese, permette agli utenti d’inserire dati che diventano reperibili attraverso un modulo presso .

16 tipologie di dati già pronti oltre alla possibilità di definirne di nuove

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I dati possono essere aggiunti utilizzando le tipologie di classificazione predefinite per Google Base (attualmente sono 16: blog, coupon, corsi, eventi ed attività, lavoro, notizie, profili di persone, prodotti, ricette, articoli, recensioni, servizi, veicoli, annunci, affitti e, addirittura, fumetti.) Alternativamente, Google Base permette la definizione di nuove tipologie e dei relativi dati associati.

Anche se l’interfaccia manuale d’inserimento dati è un po’ ingombrante, si rivela sufficientemente flessibile e permette, ad esempio, di rimuovere un campo predefinito non necessario; inoltre possono essere aggiunti sino a 30 elementi definiti dall’utente. I campi predefiniti spesso contengono una tendina per scegliere i valori i obbligatori o facoltativi. La lista corrente dei dati e dei valori si può trovare esaminando lo .

Si possono anche importare più dati utilizzando formattazioni TSV, RSS 1.0, RSS 2.0 o Atom 0.3.

Recuperare i dati ovvero: cercare un ago nel pagliaio

È sufficiente inserire una parola o una frase di ricerca nel tradizionale modulo di ricerca minimalista di Google presso per vedere in cima alla classifica le «voci» più importanti secondo Google. Mentre questo tipo di approccio si è rivelato utile per i dati web non strutturati, in questo caso sarebbe bello avere la possibilità di limitare la ricerca a una o più tipologie di dati. Inoltre sarebbe utile avere a disposizione una pagina per la ricerca avanzata e una documentazione della sintassi da utilizzare per utenti esperti.

I risultati restituiti possono essere ordinati in base all’attinenza o per data d’inserimento (ascendente / discendente). Una serie di filtri suggeriti, basati sulla popolarità di etichette assegnate agli articoli nei risultati, permette un ulteriore affinamento della ricerca.

Dalla pagina principale di Google Base è possibile limitare una ricerca ad un particolare tipo di articolo scegliendo tra una categoria sotto l’intestazione «Vedi articoli inseriti da altri». Un modulo di ricerca appare insieme ad una pagina di risultati per questo tipo di articolo.

Oltre alla capacità di definire ricerche da «tipo di articolo» o raffinare i risultati per «etichette», una differenza immediata, se confrontata con la ricerca Google normale, sarà subito evidente agli utenti d’Internet collegati in dial-up: i risultati ricchi di fotografie richiedono un po’ di tempo per apparire.

L’interfaccia utente tradisce lo stato Beta di Google Base.

Utilizzando Google Base si ha la netta impressione che il sistema, nonostante le buone potenzialità, sia stato rilasciato in una forma non sufficientemente definitiva.

L’inserimento dei dati in linea è un processo piuttosto semplice, anche se sarebbe preferibile avere un riscontro visivo che segnali la presenza di una tendina con valori suggeriti per elementi predefiniti. L’indicatore tradizionale con la freccia rivolta verso il basso appare solo quando il possibile valore è limitato a quelli appartenenti alla lista.

La ricerca, sfortunatamente, non sfrutta ancora completamente i filtri permessi dall’impiego dei campi fissi quando si definisce un articolo. Se si comincia a cercare in Google Base sapendo che si è interessati alla sola categoria dei veicoli, non si dovrebbe forse essere in grado di specificare questo tipo di articolo come parte della propria richiesta in un unico modulo?

Una legittima obiezione è come mai si trovino spesso le informazioni dove uno meno se le aspetta, anche in base dati strutturate Google ha il potere di fornire risultati pertinenti sulla base di dati disparati, non strutturati. Un modulo di ricerca avanzata, con una sintassi utente avanzata associata, permetterebbe una miscela ibrida di ricerca di dati strutturati e non strutturati senza minimizzare il successo provato dagli algoritmi d’attinenza di Google.

Per i fornitori di contenuti sarebbe interessante vedere le statistiche relative a quante volte un articolo è stato esaminato per quegli articoli Google Base che contengono una pagina di dettaglio.

Elenchi incrociati in Google

La documentazione Google Base fa notare che gli articoli inseriti in Google Base possono apparire altrove nell’universo Google, a «seconda della loro attinenza». Oltre alla ricerca Google, i candidati dell’universo Google per gli articoli Google Base comprendono Google Locale e Froogle. Come per tutto il resto di Google, quello che appare, dove e in che lasso di tempo, rimane un mistero e, in ogni caso, sempre suscettibile di cambiamenti.

Già visto? Froogle (Google Products) dal 2002.

In realtà, sembra che Google Base sia un’estensione di Froogle, ora . Froogle, ha oramai più 4 anni, essendo stato lanciato l’11 dicembre 2002. È interessante osservare che le pagine di aiuto di Froogle sono attualmente disponibili nel . Estendendo inoltre lo schema dati, l’altra miglioria principale con il rilascio di Base consiste nella possibilità di inserire manualmente articoli in linea. Google Base, non costringendo più a ricorrere all’inserimento dei dati in modalità batch, è divenuto di fatto più semplice da utilizzare per chi, pur avendo a disposizione dei contenuti, non ha elevate conoscenze tecniche.

Chi non è felice?

Mentre i fornitori di contenuti stanno facendo esperimenti gratificanti con Base, un brevetto di un’applicazione Google getta un’occhiata sul mercato tradizionale dei piccoli annunci. Anche se alcuni degli aspetti dell’interfaccia utente possono essere d’ostacolo per un’adozione di massa, Google Base ha potenzialmente la capacità di interrompere una delle sorgenti principale di reddito dei protagonisti dell’intermediazione di informazioni – dal mondo della stampa di quotidiani in Nord America a Seconda Mano fino ai siti come Craig’s list Milano e Roma E-Bay e CasaClick. Avendo una capacità tecnica consolidata, la portata del terremoto che Google causerà dipenderà dal modello di business adottato: un Google Base gratuito sostenuto da AdWords? O Google Base come sistema di pagamento al consumo? O come un ibrido in cui solo alcune categorie (tipi di articoli) sono gratuite? La versione beta nell’universo Google può durare a lungo – ma ora essendo quotata in borsa, viene tenuta sotto osservazione con attenzione.

Ottimizzazione di siti per i ()

Sebbene Google Base sia stato progettato per promuovere «articoli» piuttosto che «siti web», coloro che si occupano di stanno da tempo considerando tutte le possibili implicazioni di Google Base per la promozione dei siti. I siti per adulti, ad esempio, hanno già inserito profili di persone che probabilmente non supereranno la prova di «segnala un articolo non consono».

¹ Purtroppo i TAG html descrivono un documento solo fino ad un certo punto dal momento che la struttura è impostata male (i titoli e le intestazioni sono facoltativi). In più, non è possibile sapere con certezza di che tipo sia un documento. Il documento html è un’offerta di servizi, un profilo personale o la descrizione di un veicolo? Rispondere a questa tipo di domande è l’obiettivo di Google Base.

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Originariamente pubblicato 23 Nov 2005

  • Sean Carlos aiuta le aziende nell'ottimizzare i loro risultati di business online. La sua carriera spazia dalla gestione di campagne di telemarketing e direct mailing presso un'organizzazione con più di 10.000 soci ad una significativa esperienza a livello mondiale maturata presso la Hewlett-Packard. Nei primi anni 90 Sean ha sviluppato un applicativo enterprise search, comprensivo di tutte le fasi, dall'indicizzazione alla ricerca dei testi, per il Los Angeles County Museum of Art. Dal 2000 al 2004 Sean è stato IT Manager del sito immobiliare CasaClick.it, parte del gruppo Pirelli. Sean è un docente ufficiale della Web Analytics Association. Collabora inoltre con l'Università Bocconi. Nato a Providence, RI, USA, Sean Carlos si è laureato in Fisica. Parla inglese, italiano e tedesco.


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