I motori di ricerca offrono ai proprietari di siti web una vasta gamma di opzioni per specificare esattamente quali contenuti (pagine) di un sito web possono essere indicizzati e in che modo i contenuti possono essere presentati nei risultati di una ricerca in un motore di ricerca. Che sia così è solo giusto, in quanto è il proprietario del sito a creare i contenuti. Al di là della miriade di opzioni esistenti, i webmaster che si concentrano sulla visibilità in Google hanno ora un ulteriore problema da considerare relativo alla presentazione di un risultato di ricerca: consentire a Google di presentare un’ o meno. Purtroppo Google ha reso la scelta di rinunciare alla anteprime di una pagina più difficile di quanto dovrebbe essere, ma prima di tornare a questo punto, una breve rassegna delle attuali opzioni per controllare la presentazione dei risultati di una ricerca è doverosa.
Controllo del titolo e sommario di una pagina nei risultati di una ricerca su Google
Un sito può dire ad un motore di ricerca di non prendere il titolo di una pagina dalla sempre più irrilevante Open Directory (Dmoz) grazie alla meta tag noodp (noydir è stato utilizzato da Yahoo per ignorare i titoli delle pagine nella directory di Yahoo – già chiusa in Italia) o per eliminare l’astratto della pagina, utilizzando la meta tag nosnippet. Un sito può decidere di rinunciare al sommario della pagina, se ritiene che il titolo di una pagina funzionerà meglio come civetta – rivelando meno in un risultato di una ricerca, gli utenti possono essere più tentati a cliccare sul risultato nella SERP.
Come rimuovere l’opzione per visualizzare la copia cache dei motori di ricerca
Figura 1: Il link copia cache nei risultati di una ricerca in Google
La maggior parte dei motori di ricerca contiene un link nominato “Copia Cache“, “Pagina nella cache” o simili. Il link porta ad una copia archiviata della pagina come era stata trovata quando scansionata (recuperata) da parte del motore di ricerca. La copia cache serve a fornire all’utente una copia di backup della pagina anche se il sito è giù o nel caso la pagina originale sia stata modificata rispetto a quando è stata indicizzata. Eppure è legittimo che un proprietario di contenuti, vale a dire un sito, decida che ai motori di ricerca non debba essere consentito far visualizzare una vecchia copia di una pagina del sito dalla loro cache:
- l’esperienza degli utenti del sito è solitamente migliore senza le informazioni supplementari aggiunte dai motori di ricerca alla copia cache;
- alcune pagine possono comprendere informazioni relative a prezzi e/o notizie che cambiano spesso – può essere poco desiderabile che gli utenti visualizzino una versione non aggiornata di una pagina;
- molti siti contano sulle impressioni pubblicitarie per coprire le loro spese; di conseguenza per esigenze commerciali e di monitoraggio è meglio per un sito che le proprie pagine vengano visualizzate direttamente sul proprio dominio piuttosto che sul dominio di un motore di ricerca. I sistemi delle Web Analytics possono essere configurati in modo tale da tenere traccia solo delle pagine viste sul sito, non delle copie di una pagina che vengono visualizzate su altri domini, come ad esempio Google. Tale configurazione è necessaria in parte per evitare un che può verificarsi con le anteprime sito di Google o Bing.
I motori di ricerca permettono ai proprietari di siti di utilizzare la meta tag noarchive per rimuovere il link al cache dai motori di ricerca. Microsoft Bing riconosce anche una direttiva nocache che è solo un sinonimo per noarchive.
L’immagine di anteprima di un sito associata ad un risultato di ricerca
Google ha recentemente aggiunto le anteprime del sito nei suoi risultati di una ricerca, una caratteristica che è stata chiamata Google Instant Previews, ma le anteprime di siti non sono esattamente nuove. Ask Jeeves ha introdotto il suo Binocoli nel lontanto 2004. Prima di Bing, Live Search di Microsoft offriva Live Search Preview e la possibilità di bloccare l’anteprima utilizzando la combinazione di metatag robots noimageindex,nomediaindex. Da quando Microsoft ha lanciato la sua versione USA di Bing, che include la funzionalità anteprima del sito, ha permesso ai webmaster di bloccare l’anteprima con una meta tag nopreview (da sottolineare che il Bing che vediamo in molti paesi è ancora MSN Live Search con un logo nuovo e che non dovrebbe essere confuso con la versione di Bing disponibile negli Stati Uniti e, in misura minore, in poche altre aree geografiche come la Francia e il Regno Unito; come nota a margine, spesso mi chiedo se Yahoo sappia nei fatti cosa ha ottenuto nel siglare l’accordo per l’alleanza di ricerca, Search Alliance).
Il lancio delle Anteprime istantanee Google e la tag nopreview, un’opportunità persa
Con il lancio delle , Google ha che i proprietari di siti possono bloccare le anteprime delle loro pagine nei risultati delle ricerche utilizzando la metatag nosnippet.
Il problema sta nel fatto che l’utilizzo di nosnippet è paragonabile all’uso di un martello pneumatico quando invece un semplice scalpello sarebbe già sufficiente.
In Google, nosnippet blocca anche la presentazione di una sintesi della pagina in un risultato di ricerca. Come Bing ha già dimostrato con la sua etichetta nopreview, non deve essere per forza così: i proprietari di siti possono e devono avere un maggiore controllo su come la loro proprietà intellettuale viene presentata nei motori di ricerca. Google esattamente come Bing, riconoscendo la meta tag nopreview (sì, proprio la cosa giusta da fare). E, se ciò non sembrasse una motivazione sufficiente, non avrebbe forse senso arrivare ad una causa legale su questo punto? In passato sia Microsoft che Yahoo hanno dimostrato di buon grado l’adozione di iniziative che Google ha presentato, rendendole successivamente standard di settore, come le Sitemap. Ora tocca a Google adottare di buon grado l’idea di qualcun altro come standard di settore, a beneficio di tutti quanti.
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