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Twitter in Italia – uno strumento per la comunicazione aziendale o solo per cazzeggiare?

Scritto da parte di sean ·

microcamp, svolto al Politecnico di , ha avuto un inizio molto provocatorio. Sembra che al estero si impegna strumenti come twitter solo a scopo lavorativo mentre gli italiani cazzeggiano e basta.

La pietra gettata nello stagno ha servito a rompere il sonno e ha innescato un accesso dibattito. La attenzione si è spostato dopo a un mini corso SEO su twitter, che è stato anche un preteso per considerare le statistiche sull’utilizzo di twitter. Attualmente con meno di 10.000 utente in Italia, pretendiamo troppo da questo strumento? Marcello del Bono e Massimo Morigi hanno tentati a rassicurarci – ci saranno spazi per un utilizzo professionale di twitter, anche in Italia.

Non mancava il divertimento. Antonio Patti ha illustrato con molto umore il divario fra il cliente analogico (già affermato) e il consulente digital native, tanto voglioso da affermarsi e determinato a fa passare il cliente al digitale, alleggerendo il suo portafoglio nel processo. Troppo bravo. Il suo spogliarello merita una visione.

Claudio Mastroianni ha assicurato che il divertimento a scopo educativo non era finito lì. Il gatto nero ha impiegato tanta tecnologia tradizionale (carta, pennarelli, caramelle) e un po’ di teatro interattivo per renderci conto di quanto è davvero efficace la comunicazione twitter.

Concordo la doccia freda offerta da Gaspar Torriero – l’impiego di strumenti informativi in un’azienda richiede una garanzia sulla disponibilità del servizio (SLA). Questo non c’è per twitter né per gli strumenti per “la nuvola” offerte da Google, se non a pagamento.

Colgo l’occasione per offrire i miei complimenti agli organizzatori per un evento ben riuscito e salutare tutti gli amici vecchi e nuovi!

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Originariamente pubblicato 25 May 2008

  • Sean Carlos aiuta le aziende nell'ottimizzare i loro risultati di business online. La sua carriera spazia dalla gestione di campagne di telemarketing e direct mailing presso un'organizzazione con più di 10.000 soci ad una significativa esperienza a livello mondiale maturata presso la Hewlett-Packard. Nei primi anni 90 Sean ha sviluppato un applicativo enterprise search, comprensivo di tutte le fasi, dall'indicizzazione alla ricerca dei testi, per il Los Angeles County Museum of Art. Dal 2000 al 2004 Sean è stato IT Manager del sito immobiliare CasaClick.it, parte del gruppo Pirelli. Sean è un docente ufficiale della Web Analytics Association. Collabora inoltre con l'Università Bocconi. Nato a Providence, RI, USA, Sean Carlos si è laureato in Fisica. Parla inglese, italiano e tedesco.

4 risposte finora ↓

  • 1 Marcello del Bono // 25 May 2008 alle 17.24.43

    Ciao Sean, grazie per il link. Più che di uso professionale di twitter ho parlato di uso professionale del microblogging (non è la stessa cosa) da parte delle aziende. In sintesi la mia presentazione enfatizza le seguenti criticità:
    - focus sulle priorità strategiche e non sulla tecnologia o sul prodotto
    - chiarimento di ruoli e responsabilità
    - evitare l’utilizzo isolato del microblogging e integrare invece con i social media in una piattaforma unica di comunicazione ed ascolto

  • 2 Macro riflessioni dopo il MicroCamp | Googlisti.com // 26 May 2008 alle 9.32.52

    [...] lifestream, sulle implicazioni del suo impiego in enti ed aziende, sulla ricaduta in termini di visibilità nei motori di ricerca, sul rapporto con il settore delle PR, su esperimenti di pubblicazione. La seconda ondata di [...]

  • 3 Andrey Golub // 26 May 2008 alle 11.13.14

    Bravo Sean!

    seguendo il tuo consiglio, ho messo il link al mio profilo Milan-IN (profilo Andrey Golub) da twitter (). prima era linkato quello di Spock (profilo spock.com), gia’ cliccato 100.000 al giorno :)

  • 4 Francesco Federico // 26 May 2008 alle 11.22.19

    Come ho già avuto modo di dirti di persona (e come tu stesso hai detto nel tuo intervento), penso che il vero problema sia il mancato raggiungimento della massa critica.

    Io stesso tendenzialmente sconsiglierei ad un’azienda Italiana di investire tempo e risorse in Twitter, perchè c’è così poca gente che rischia di non avere non dico ROI, ma neppure ROR (Return of Relationship).

    Lo stesso discorso si applica ai blog e all’uso di internet in generale. In UK fanno meraviglie, da noi no perchè internet è fruito poco e in modo molto poco maturo.

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